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LA FAVOLA

Favola più recente | Per autore | Le poesie

AVIDITÀ DI CANE
CANIS PER FLUVIUM CARNEM FERENS
di Fedro

Chi pretende l'altrui perde, ed è giusto, il suo.

Mentre il cane nuotava lungo il fiume
con la preda fra i denti, nello specchio
delle acque chiare vide la sua immagine;
pensò che fosse un altro cane e un'altra
preda e tentò di prenderla d'un morso:
ma fu tradita quell'avidità,
il cibo che teneva lo perdette
e quello a cui tendeva non lo ebbe.

Amittit merito proprium qui alienum adpetit.

Canis, per flumen carnem cum ferret, natans
lympharum in speculo vidit simulacrum suum,
aliamque praedam ab altero ferri putans
eripere voluit: verum decepta aviditas
et quem tenebat ore dimisit cibum,
nec quem petebat adeo potuit tangere.

Fedro (I sec. d.C.)

Fedro (favolista latino, I sec. d.C.), Favole, 5.

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