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LE POESIE DI EFIRA

Ultima poesia pubblicata | Per autore A - L | M - Z | Le favole

Francesco Giuseppe
Franz Joseph
di Karl Kraus

Com'era? Era stupido? Era accorto?
Che sentimenti provava? Gli avrà fatto veramente piacere?
Era un corpo? Era solo un vestito?
C'era un'anima in quei panni sontuosi?
Il Paese lo plasmò? Plasmò lui il Paese?
Chi lo conobbe l'avrà anche conosciuto?
Portava una faccia o una barba?
Donde veniva e da quale specie?
Nulla gli fu risparmiato se non il modo stesso di essere?
Era il personaggio o soltanto l'effigie?
Fu tanto crudele quanto fu mite a causa dell'età?
Contava i caduti come la selvaggina abbattuta?
Avrà riflettuto o rischiato a cuor leggero?
Avrà afflitto anche se stesso, non solo il mondo?
Voleva l'azione o semplicemente l'atto?
Voleva la guerra? Voleva in realtà solo
soldati e di costoro la divisa,
di questa solo il bottone? C'era in lui un' ombra
d'amore e di morte e dell'umana sofferenza?
Giammai più forte impresse al suo tempo
la propria immagine l'impersonalità.
 

Wie war er? War er dumm? War er gescheit?
Wie fühlt' er? Hat es wirklich ihn gefreut?
War er ein Körper? War er nur ein Kleid?
War eine Seele in dem Staatsgewand?
Formte das Land ihn? Formte er das Land?
Wer, der ihn kannte, hat ihn auch gekannt?
Trug ein Gesicht er oder einen Bart?
Von wannen kam er und von welcher Art?
Blieb nichts ihm, nur das Wesen selbst erspart?
War die Figur er oder nur das Bild?
War er so grausam, wie er altersmild?
Zahlt' er Gefallne wie erlegtes Wild?
Hat er's erwogen oder frisch gewagt?
Hat er auch sich, nicht nur die Welt geplagt?
Wollt' er die Handlung oder bloß den Akt?
Wollt' er den Krieg? Wollt' eigentlich er nur
Soldaten und von diesen die Montur,
von der den Knopf nur? Hatt' er eine Spur
von Tod und Liebe und vom Menschenleid?
Nie prägte machtiger in ihre Zeit
jemals ihr Bild die Unpersönlichkeit.

Die Fackel, 351, 1920
Traduzione di Armando Deidda

Karl Kraus (1874-1936)

Karl Kraus (scrittore austriaco, 1874-1936)
Figlio d una famiglia di imprenditori e mercanti ebrei, dopo l'inutile tentativo di affermarsi come attore e vari studi universitari rimasti incompiuti, divenne giornalista e scrittore. Nel 1899 fondò la famosa rivista Die Fackel ― da cui è tratta questa poesia ― organo dell'attacco satirico della corruzione sociale e linguistica. La sua opera comprende numerosi saggi, aforismi, nove volumi di poesie e alcuni drammi tra cui il grandioso componimento pacifista Die letzen Tage der Mensch-heit (Gli ultimi giorni dell'umanità, 1922).

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