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Architettura e potere

La dimora degli dei è sempre stata - fin dall'antichità - ubicata in un luogo misterioso. E i nostri Chief Executive Officer occupano di solito la posizione migliore: confortevole, assolata, con vista panoramica, e lontana dalla folla di impiegati oranti.

di Luca Liguori

Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Nel suo libro Antichità Giudaiche,  a proposito di architettura dei luoghi sacri, Giuseppe Flavio scrive che il complesso del tempio si chiamava «Santo» e la parte più inaccessibile, dentro quattro colonne, «Santo del Santo», o anche altrimenti denominata da altre fonti  «Isola dei Beati» o «Montagna Incantata». Sin dall’antichità – quindi – la dimora degli dei è sempre stata ubicata in luogo misterioso nel cuore di templi e cattedrali. Le costruzioni erano allineate al percorso del sole: ingresso a Oriente e divinità ubicata a Occidente, proprio come viene ricordato il famoso tempio di Ramses II in Egitto. In un preciso giorno dell’anno - tra l’altro - il sole all’alba bucava il buio come un raggio laser illuminando a giorno la statua di Ramses. Gli architetti egiziani erano stati così bravi, da far coincidere questo fenomeno con il compleanno del faraone.  Poi progressivamente – ed iniziando dal V secolo dopo Cristo - il percorso cambiò per evitare che i fedeli, prima di entrare a pregare, volgessero le spalle all’altare per fare un saluto al sole; culto pagano duro a morire del dio Mitra. Tutte le nuove chiese, pertanto, vennero costruite orientandole in modo tale da avere l’ingresso non più da Oriente ma da Occidente.

Anche senza il conforto di fonti documentate, possiamo a questo punto intuire come mai i nostri Chief Executive Officer occupano di solito l’Isola dei Beati. La loro Montagna Incantata è la migliore come ubicazione: confortevole, assolata, con vista panoramica (sul paesaggio e non sui garage o i capannoni, ovviamente), e lontana dalla folla di impiegati oranti. Chiunque saprebbe, a semplice colpo d’occhio, individuarne con un margine d’errore prossimo allo zero l’esatta sua ubicazione. D’altra parte i nostri CEO - così come gli dei nell’antichità - devono poter trasmettere ai “fedeli” una sensazione di potenza e infondere, nel contempo, pace e serenità. Mantenendo però le debite distanze. A difesa del tempio ci sarà sempre una segretaria mastino, vigile, a mantenere l’inviolabilità del sancta sanctorum.

Anni fa, il CEO italo-americano di una Public Company statunitense, memore forse delle antiche tradizioni architettoniche delle civiltà europee in fatto di chiese, fece costruire come nuova sede un grattacielo la cui sommità ricorda molto le cattedrali gotiche. Non ho mai saputo, nemmeno dai colleghi più pettegoli, l’esatta ubicazione del suo ufficio. Tuttora me lo immagino però lì, svettante, sulla guglia più alta e tutto proteso verso l'Onnipotente. 
Nietzsche definiva l’architettura «una specie di oratoria della potenza per mezzo delle forme»; il nostro CEO  l’aveva preso - evidentemente - alla lettera! 

(9 settembre 2002)

 

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