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A latere.
A fianco… Presso a...
Si dice specialmente dei cardinali scelti dal Papa per missioni diplomatiche.

Ab absurdo.
Che discende da una promessa assurda.
Frase usata specialmente in geometria, nella quale si fanno spesso dimostrazioni "ab absurdo", provando le conseguenze false che derivano da ipotesi o premesse erronee.

Ab aeterno.
Fin dall'eternità, da sempre.
Frase italianizzata nella forma: Ab eterno.

Ab assuetis non fit passio.
Le cose comuni (abituali) non fanno impressione. E’ solo l’imprevisto che suscita la meraviglia.
Principio filosofico d’uso molto frequente, che ha riscontro nella sentenza di Aristotele: Quod consuetum est, velut innatum est (Ciò che è consueto è come istintivo).

Ab imis (fundamentis).
Dalle più profonde fondamenta.
Qualche volta significa: totalmente; in tutte le parti, come nelle frasi: riformare un Istituto, rinnovare un’amministrazione ab imis.

Ab imo pectore.
Dal profondo del cuore.
Si usa per indicare l'erompere improvviso e incontenibile di espressioni di sdegno e di ira oppure dí amore e di passione. L'espressione era molto diffusa nei poeti latini.

Ab Iove principium.
Cominciamo da Giove.
Virgilio (Egloghe. III, v. 60)

Nel significato corrente vuol dire che bisogna incominciare da Dio. La frase significa anche che prima devono essere trattate le cose di maggior importanza, e successivamente le secondarie.

Ab irato.
Con ira, in preda all'ira.
Si usa per indicare qualcosa che viene detto o fatto in un momento d'ira.

Ab ovo.
Dall'uovo, dalle origini.
Orazio (Ars poetica, 147)

Nel linguaggio comune si suole citare quando qualcuno incomincia a raccontare una storia molto alla lontana, risalendo magari... ad Adamo ed Eva.Altrove (Satire, 1, 3) il Poeta usa anche la frase: Ab ovo usque ad mala (Dall’uovo fino alle mele, in pratica: dall’antipasto alle frutta, ossia dal principio alla fine).

Ab tam tenui initio tantae opes sunt profligatae.
Da così modesto inizio furono sconfitte ricchezze così grandi.
Cornelio Nepote (Pelopida, lI)

Spesso la virtù, che alberga anche nell’uomo povero e modesto, è superiore alle ricchezze, ed ha il sopravvento su di esse.

Ab uno disce omnis.
Da uno capisci come sono tutti.
Virgilio (Eneide, III)


Ab uno disces omnes.
Da uno li conosci tutti.
Virgilio


Ab urbe condita.
Dalla fondazione di Roma.
Per i Romani l'Urbe per eccellenza era Roma,(caput mundi.). La fondazione di Roma generalmente si fa coincidere con il 21 aprile dell’anno 753 o 754 A.C.

Absit iniuria verbo.
Sia detto senza intenzione di offendere.
Tito Livio (Storie)

Si usa per attenuare la portata di una osservazione o di una considerazione che potrebbero suonare offensive per chi le ascolta.

Absolutio ab actione.
Assoluzione dall'azione.

Abusus non tollit usum.
L'abuso non vieta l'uso.
Massima del diritto antico.Significa che una cosa si può usare, anche se può essere chi ne faccia abuso. Es: il fatto che alcuni abusino del vino, non significa che il suo uso moderato non sia legittimo.

Accessit huic patellae... dignum operculum.
Questa pentola trova il suo degno coperchio.
San Gerolamo


Accidere ex una scintilla incendia passim.
A volte da una sola scintilla scoppia un incendio.
Lucrezio


Acta est fabula.
Lo spettacolo è finito.
Augusto


Acta exteriora indicant interiora secreta.
Gli atti esteriori manifestano i segreti interiori. 

Actor debet venire instructior quam reus.
L'attore deve andare in giudizio più preparato del convenuto. 

Ad abundantiam.
In più, per giunta, per di più.
Propriamente si usa nel linguaggio giuridico per indicare argomenti, prove e simili, addotti per dimostrare un fatto già sufficientemente chiarito e quindi non necessari. Più in generale si usa per indicare qualcosa che, con il suo determinarsi, aggrava una situazione.

Ad augusta per angusta.
Alle cose eccelse si arriva solo attraverso le difficoltà.
La gloria, il successo, costano sacrifici.

Ad bestias.
Condanna alle bestie feroci del circo (linguaggio giuridico).

Ad calendas graecas.
Alle calende greche, cioè mai, perché i greci non avevano calende nel loro sistema di computo del tempo.
Si usa riferito a qualcosa che non avverrà mai.

Ad hoc.
Per questo.
Per esempio citare un verso ad hoc, significa riportare un verso appropriato al contesto del discorso.

Ad impossibilia nemo tenetur.
Nessuno è obbligato a fare ciò che non può.

Ad litteram.
Alla lettera.
Si utilizza specialmente parlando di traduzioni o citazioni. Una traduzione può essere fatta ad litteram, oppure ad sensum: a senso.

Ad majora.
A successi più grandi.
Si tratta di una formula usata per augurare nuovi successi a chi ne ha già avuti.

Ad multos annos.
Possa tu vivere per molti anni ancora.
Propriamente è una formula dí augurio che nella liturgia cattolica viene rivolta dal vescovo consacrato al vescovo consacrante. Si usa spesso come forma di augurio generico.

Ad perpetuam rei memoriam.
A perenne ricordo dell'avvenimento.
Si suole incidere sulle medaglie commemorative, su monumenti, lapidi, ecc. Si utilizza ironicamente per fatti di nessuna importanza che ad ogni costo si vuole che vengano ricordati.

Ad quid?
A quale scopo? Per quale motivo?

Ad unguem.
In modo preciso, alla perfezione.
Orazio (Satire, I, 5)

Si usa riferito a cosa rifinita perfettamente, eseguita in modo meticoloso.

Ad usum Delphini.
Ad esclusivo uso del Delfino.
Con questa locuzione venivano contrassegnate le edizioni purgate dei classici latini edite ad hoc per il figlio del Re Sole. Si cita ironicamente per qualsiasi cosa che venga falsata a sostegno di qualche tesi.

Adducere inconveniens non est solvere argumentum.
Portare eccezioni non è mai risolvere la questione.

Adhuc sub iudice lis est.
La lite è ancora presoo il giudice, ossia la sentenza non è ancora stata emessa.
Orazio (Ars poetica, 78)

.Si cita nelle questioni controverse, sulle quali non si riesce a conseguire un accordo.

Advocatus diaboli.
Avvocato del diavolo.
Si usa per designare chi, in una discussione, è teso a trovare il maggior numero di obiezioni possibili su ciò che viene dato per scontato o affermato troppo frettolosamente. Propr. Tale espressione deriva dai processi di canonizzazione della Chiesa cattolica e indica l'ecclesiastico che, contrapponendosi dialetticamente al postulator Dei (colui che sostiene le ragioni della beatificazione), cerca tutti i cavilli perché la santificazione sia ponderata.

Aequo pulsat pede.
(La morte) colpisce con piede imparziale:
Orazio (Odi, I, 4, 13)

La morte non fa distinzione fra monarchi e sudditi, fra ricchi e poveri, fra giovani e vecchi.

Aere perennius.
Più duraturo del bronzo.
Orazio (Odi, III, 30 1)

Il poeta dice d’aver eretto un monumento, con i suoi poemi, che nei secoli sarà più duraturo del bronzo e ne renderà immortale fama e memoria. La frase completa era: Exegi monumentum aere perennius.

Aeris confessi rebusque iure iudicatis XXX dies iusti sunto. Post deinde manus iniectio esto. In ius ducito.
In caso di riconoscimento del debito in giudizio o di condanna pronunziata, vi saranno trenta giorni fissati dalla legge [per l'adempimento]. Dopo tale termine abbia luogo la cattura [del debitore]. Venga condotto davanti al magistrato. (La legge delle XII Tavole, Tabula III, 1, 2)

Affectio maritalis.
L'affetto che lega i coniugi.

Age quod agis.
Fa bene quanto stai facendo.
È un richiamo al presente che solo è in nostro possesso e dal quale dipende l’avvenire.

Age, si quid, agis. 
Se fai qualcosa, falla.
Plauto


Agnosco veteris vestigia flammae.
Conosco i sintomi dell'antico amore.
Virgilio (Eneide, IV, 23)

Didone vedova di Sicheo, confessando alla sorella il suo amore per Enea, afferma di provare per lui la stessa passione che aveva nutrito per il marito defunto.

Agnus Dei.
Agnello di Dio.
San Giovanni Apostolo (Nuovo Testamento, I, 29)

L’Apostolo parla di Gesù Cristo raffigurato sotto le forme dell’agnello, per insegnarci la mansuetudine. Queste parole ricorrono nella liturgia della Messa

Agrum... manibus suis colebat.
Coltivava il campo con le proprie mani.
Eutropio (Breviario, I, 17)

È l’elogio che lo storico fa a L. Quinzio Cincinnato che, da quanto raccontano, passava con naturalezza dalle fatiche dei campi a quelle di condottiero e viceversa.

Albo signanda lapillo (dies).
Data da segnare con una pietra bianca.

Album.
Foglio bianco.

Alea iacta est.
Il dado è tratto.
Svetonio, Vita di Cesare (32).

Si usa a commento di un'iniziativa che appare irreversibile. L'espressione, tradotta da un proverbio greco, sarebbe stata pronunciata da Cesare nell'atto di attraversare col suo esercito il fiume Rubicone (in Romagna), atto di ostilità verso il Senato, gravido di conseguenze, che implicava di per se stesso la violazione di una precisa legge di Roma.

Alibi.
Altrove.

Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt.
Abbiamo davanti agli occhi i vizi degli altri, mentre i nostri ci stanno dietro.
Seneca


Alieno more.
Secondo le usanze altrui, come piace agli altri.

Aliquam reperitis rimam. 
Trovate qualche fessura.
Plauto


Alius et idem.
Diverso e uguale.

Alma mater.
Madre fertile.
Virgilio (Passim)

D’uso molto frequente presso i poeti, che chiamano la terra fertile, considerandola come madre di ogni essere vivente, animale e vegetale

Alter ego.
Un altro me stesso.

Alterius non sit qui suus esse potest.
Non appartenga a un altro chi può appartenere a se stesso.
Cicerone


Ama et fac quod vis. 
Ama e fai ciò che vuoi.
Sant'Agostino


Amici vitia si feras, facis tua.
Tollerando i vizi dell'amico, rendi palese i tuoi.

Amicus diu quaeritur, vix invenitur, difficile servatur.
L'amico si cerca a lungo, si trova a stento, si conserva difficilmente.
San Gerolamo


Amicus Plato, sed magis amica veritas.
Sono sì amico di Platone, ma ancora più della verità.
Ammonio (Vita di Aristotele)

Sentenza che significa doversi a volte sacrificare anche le amicizie personali, se contrarie alla verità, e alla giustizia.

Amittit merito proprium qui alienum appetit.
Perde giustamente il proprio chi desidera l'altrui.
Fedro

È la morale della favola: Il Cane che porta la Carne attraverso il fiume. L'animale, per afferrare l’ombra più grande riflessa nell’acqua, finì col perdere anche il pezzo di carne che teneva tra i denti.

Amor et deliciae humani generis.
Amore e delizia del genere umano.
Eutropio

Soprannome che l’imperatore Tito Vespasiano meritò per la sua bontà e benevolenza verso i sudditi. Accorgendosi un giorno di non aver beneficato alcuno, disse addolorato: Amici, hodie diem perdidi.

Amor et dominium non patiuntur socium.
L'amore e la proprietà non tollerano soci.
Viene citata a proposito di divisioni.

Angulus ridet.
Quest'angolo di terra mi rende felice.
Orazio (Odi, III, 6, 13)

La frase completa é: ”ille terrarum mihi semper praeter omnis angulus ridet” Si dice delle cose piccole e graziose, dei luoghi appartati nei quali, lontano dal caos, si ritrova la felicità.

Animus meminisse horret.
L'animo inorridisce nel ricordare.
Virgilio (Eneide, II, 12)

Sono le parole di Enea quando incomincia a raccontare l’odissea della guerra di Troia.

Anno domini.
L'anno del Signore.

Ante litteram. 
Prima che una cosa fosse scritta, che fosse ufficiale, che fosse nota o di moda. 

Apertis verbis.
A chiare lettere.

Aquae et ignis interdictio.
Interdizione dall’acqua e dal fuoco.
Usata in linguaggio giuridico.

Aquila non captat muscas.
L'aquila non va a caccia delle mosche.
Significa che non si può pretendere che persone altolocate s’interessino a controversie o a fatti di nessuna importanza.

Arbiter elegantiarum.
Giudice del comportamento, dei modi, dei costumi eleganti.
Tacito

Si usa a proposito di chi ama una particolare ricercatezza nel vestire e apprezza i piaceri raffinati. Lett. "arbitro delle eleganze", appellativo dato da Tacito (Annali, XVI, 18) a un tal Caio Petronio probabilmente l'autore del Satyricon.

Arcades ambo.
Due persone molto simili di carattere.
Virgilio (Egloghe, VII, 4)

Si usa, per lo più in senso spregiativo, per indicare persone appartenenti alla stessa cerchia ristretta o, più frequentemente, aventi lo stesso carattere. Lett. "entrambi arcadi", espressione derivata dalla settima bucolica di Virgilio (v. 4) dove vengono così definiti i pastori Tirsi e Coridone, che abitavano la mitica regione dellíArcadia.

Ars gratia artis.
L'arte per l'arte.

Ars longa, vita brevis.
L'arte è lunga, la vita è breve.
Sentenza che derivata da un aforisma di Ippocrate. Il senso è questo: in tutte le arti, la vita di un uomo è insufficiente per raggiungere la perfezione, che suppone l’esercizio progressivo di più generazioni.

Asinus asinum fricat.
L'asino accarezza l'asino
È un motto che ricorre spesso alla mente quando si vedono atti continui di mutua incensazione fra due persone di scarsa intelligenza.

Asinus portans mysteria.
Un asino che porta i misteri.
Locuzione derivata dalla vita dei primitivi Cristiani che, costretti a celare alla curiosità dei pagani le Sacre Specie, venivano così definiti.Si applica alle persone saccenti che si arrogano la missione di illuminare il mondo e che si mostrano gelose ed orgogliose dei loro segreti scientifici o professionali.

Audaces fortuna iuvat.
La fortuna favorisce chi ha il coraggio di rischiare.
Si usa come incoraggiamento allíaudacia. Lett. "la fortuna aiuta gli audaci", massima molto ricorrente, seppur con formulazioni diverse, nella letteratura latina. Nell'uso medievale essa è stata ampliata con l'aggiunta: timidosque repellit: "e respinge i timidi".

Audacter calumniare, semper aliquid haeret.
Calunnia con spudoratezza, qualche cosa resterà sempre.
F. Bacon


Audax Iapeti genus.
L'audace progenie di Giapeto.
Orazio (Odi, I, 3)

Il poeta parla qui di Prometeo, il dio del fuoco; ma la citazione si riferisce al genere umano, che con le sue attuali e continue scoperte, ne giustifica appieno l’applicazione.

Audentes fortuna iuva.
La fortuna aiuta gli audaci.
Virgilio (Eneide, X, 284)

Il poeta raccomanda di non lasciarsi abbattere dai colpi avversi di fortuna, ma di andare sempre avanti con coraggio e con maggiore audacia.

Aura seminalis.
Aura fecondatrice.

Aurea mediocritas.
Mediocrità aurea.
Orazio (Odi, II, 10, 5)

Nel contesto oraziano significa che la condizione media, deve essere preferita ad ogni altra.

Auri sacra fames!
Esecrabile desiderio dell'oro.
Virgilio (Eneide, III, 57)


Aut amat aut odit mulier: nil est tertium.
Una donna o ama o odia, non c'é una terza possibilità.
Publilio Siro


Aut Caesar aut nihil.
O Imperatore o niente.
Cesare Borgia


Aut regem aut fatuum nasci oportere.
Conviene nascere o re o stupido.
Seneca


Avarus nisi cum moritur, nihil recte facit.
L'avaro non fa nulla di buono se non quando muore.

Ave Cæsar, morituri te salutant.
Salve, Cesare, coloro che stanno per morire ti salutano.
Svetonio (Claudio, 21)

È l’estremo addio dei gladiatori romani prima del combattimento, passando davanti alla tribuna dell' imperatore.

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