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Faber est suae quisque fortunae.
Ognuno è artefice del proprio destino.
L'espressione è attribuita al poeta latino Appio Claudio Cieco. Si usa per sottolineare che ogni uomo è responsabile delle proprie scelte nel bene e nel male.

Fabula docet.
La favola insegna.

Faciamus experimentum in corpore vili.
Facciamo un esperimento in un corpo vile.
Motto attribuito generalmente ai medici che, secondo l’opinione popolare, facevano le loro esperienze sui corpi di persone di poco valore. Il motto si riporta spesso citando solo le ultime parole: In corpore vili.

Facilis descensus Averni.
E' facile discendere al Tartaro.
Virgilio (Eneide, VI, 126)

Si cita intendendo che è cosa facile imbarcarsi in qualche affare imbrogliato, ma che è difficile uscirne. In altre parole se la discesa è facile, è la salita difficile. V’è anche un proverbio italiano che ha qualche analogia con questo: Nella discesa, tutti i Santi aiutano

Facit indignatio versum.
Lo sdegno ispira i versi.
Giovenale (Satire, I, 79)

Ne abbiamo esempi nei nostri migliori poeti: Carducci, Foscolo, ecc.ma specialmente in Dante quando si sdegna contro le ingiustizie dei suoi concittadini e le avversità della sua sorte di esiliato.

Facta non verba .
Fatti, non parole!.

Fallacia alia aliam trudit.
Un inganno tira l'altro.
Terenzio


Fama crescit eundo.
La fama, andando, diventa più grande.
Virgilio


Fama volat.
La fama vola.
Virgilio (Eneide, III, 121)

E' noto l'espediente usato da Don Abbondio per diffondere qualche notizia senza sembrare di esserne l'autore: raccontarla a Perpetua raccomandandole la massima segretezza.

Fama, malum qua non aliud velocius ullum.
La fama, male di cui nessun altro è più veloce.
Virgilio


Favete linguis.
Favorite con le lingue (Fate silenzio!).
Orazio (Odi, III, 1, 2)

L'espressione era usata nelle cerimonie di culto presso i Romani, quando si iniziava il sacrificio. È. nell’uso corrente, un eufemismo per domandare ad un’assemblea un silenzio quasi religioso.

Felicium omnes sunt cognati.
Tutti sono parenti dei fortunati.

Felix qui potuit rerum cognoscere causas.
Felice colui che ha potuto penetrare nell’essenza delle cose.
Virgilio (Georgiche, II, 489)

Virgilio chiama beato chi sa elevarsi oltre la mentalità ed i pregiudizi del volgo, spaziando in un’atmosfera superiore. La vera sapienza viene infatti definita: "cognitio rei per causas" (Conoscenza della cosa attraverso le cause)

Fervet opus.
Ferve il lavoro.
Virgilio (Georgiche, IV, 169)

Il Poeta adopera la frase per illustrare la laboriosità delle api, e altrove (Eneide, I, 436) per i lavori della costruzione di Cartagine.

Festina lente.
Affrettati lentamente.
Svetonio

Chi vuole arrivare ad una meta non deve agire precipitosamente, ma con prudenza e ponderazione.

Fiat iustitia et pereat mundus.
Sia fatta giustizia e perisca pure il mondo!
Imperatore Ferdinando I di Asburgo


Fiat lux.
Sia la luce. (Genesi, I, 3)
Frase biblica, pronunciata dal Creatore dell’Universo quando creò la luce. La si usa per invocare maggiori chiarimenti in questioni controverse, oscure, dibattute...

Fictio.
Finzione.

Fidem qui perdit, perdere ultra nihil potest.
Chi perde la fiducia (stima), non può perdere nulla di più.

Fides scripturae est indivisibilis.
Una scrittura fa fede per intero.
E quindi non si può darle credibilità solo su alcuni punti. 

Finis coronat opus.
Solo il risultato finale dimostra il valore di un'azione.
Si usa per affermare che ogni cosa va giudicata alla fine, alla luce di ciò che ha prodotto o delle conseguenze che ha determinato. Lett. "la fine corona l'opera", motto medievale.

Finis coronat opus.
La fine è quella che corona l'opera.
Non sono le cose solo incominciate che riescono utili, ma quelle condotte a buon fine: con la tela di Penelope non si fanno vestiti.

Finis Poloniae!
E' la fine della Polonia.
Motto storico attribuito comunemente al generale Koschiusko quando il 10 ottobre 1794, ferito e prigioniero, vedendo i suoi polacchi sconfitti dai russi condotti dal Suvaroff, capì che la sua patria sarebbe stata presto smembrata. La frase si cita per indicare una grande catastrofe, oppure per tempeste in un bicchier d’acqua.

Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo.
Se non potrò commuovere gli dèi celesti, muoverò Acheronte.
Virgilio (Eneide, VII, 312)

Esprime la risoluzione di giungere, con qualsiasi mezzo, ad uno scopo. È la teoria del Machiavelli, che il fine giustifica i mezzi.

Fluctuat nec mergitur.
Pur agitata dalle onde, non fà naufragio.
Motto della città di Parigi che porta nello stemma una nave sballottata dalle onde.La frase ricorre per imprese che, anche se ostacolate e contrariate, si spera di poter condurre finalmente in porto.

Foenum habet in cornu.
Ha il fieno sulle corna.
Orazio (Satire, I, 4, 33)

Il poeta allude all’uso dei suoi tempi di rivestire le corna dei buoi o dei tori più feroci, con fieno o paglia. Metaforicamente mette in guardia contro i critici, che hanno le corna aguzze e dove colpiscono lasciano la piaga.

Fortiter in re, suaviter in modo.
Forte nella sostanza dolce nel modo.
Motto dei Padri Gesuiti


Fortuna cæca est .
La fortuna è cieca.

Fortuna fortes metuit, ignavos premit.
La fortuna teme i forti e opprime i deboli.
Seneca


Frangar non flectar.
Mi spezzerò ma non mi piegherò.
Orazio (Odi, III, 3)

Si usa per indicare il carattere di una persona inflessibile nei propri principi, coerente fino in fondo, non disposta a cedere a compromessi, pur di fronte a pericoli o minacce.

Frontis nulla fides.
Nessuna fiducia nell'aspetto esteriore.
Giovenale


Fugit inreparabile tempus.
Fugge irreparabilmente il tempo.
Virgilio (Georgiche, III, 284)

Vedi "Eheu! fugaces labuntur anni"

Furor arma ministrat.
Il furore procura le armi.
Virgilio (Eneide, I, 150)

Ossia il furore e l’ira fanno trovare i mezzi di difesa e di offesa. E' quella che si chiama la forza della disperazione.

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